ZTL sulle Dolomiti, solo così saranno libere dall’inquinamento

ZTL sulle Dolomiti, si o no? In questo modo potrebbero essere finalmente libera dal problema dell’inquinamento. Scopriamo di più sulla questione.

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Le montagne delle Dolomiti – Foto da Pexels

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Quasi tutti conosciamo il bellissimo paesaggio offerto dalle Dolomiti, quel gruppo montuoso appartenente alla Alpi Orientali Italiane, noto per il loro colore pallido che al tramonto tende al rosso per via della loro composizione a base di dolomia.

Si tratta di un vero e proprio spettacolo della natura che vale la pena osservare almeno una volta nella vita. Queste montagne sono così fuori dal comune che nel 2009 sono state inserite tra i siti naturali patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Ma allora, data la loro importanza storica e naturale, perchè non preservare questo comprensorio di rara bellezza? E’ proprio questo l’obiettivo in effetti del piano per rendere ZTL le Dolomiti. Scopriamo di più in merito.

ZTL sulle Dolomiti: il piano contro l’inquinamento

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Il paesaggio delle Dolomiti – Foto da Pexels

Si chiama “Dolomiti low emissioni zone” ed è il nuovo piano ideato dalle province di Trento, Belluno e Bolzano in collaborazione con la Regione Veneto per far fronte all’inquinamento già presente sulle Dolomiti.

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Grazie a questo ambizioso progetto, dal 2024 verrà istituita una zona a traffico limitato (ZTL) che limiterà l’ingresso dei veicoli in alcuni passi delle Dolomiti tra cui il passo del Pordoi, del Gardena, del Sella e del Campolongo.

Si potrà accedere a questi passi solo tramite prenotazione online e quindi i valichi saranno raggiungibili solo se ci saranno parcheggi disponibili online. Ovviamente nel piano è previsto un miglioramento del trasporto pubblico locale ed un incentivazione della mobilità elettrica, così da poter facilitare gli ingressi a chi non potesse circolare con la propria auto.

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Inoltre, per tutelare le montagne verranno raccolti i dati relativi al flusso del traffico entrante nelle zone interessate, specie nella stagione turistica. In questo modo si potrà meglio comprendere quali siano i limiti che la montagna può sopportare, prendendo poi i necessari provvedimenti per tutelare le zone.