Frutta e verdura con pesticidi, in Italia diffusione (quasi) da record del 44%

I pesticidi costituiscono ancora oggi un problema non indifferente e visti gli ultimi risultati, emerge l’esigenza di fare immediatamente qualcosa. 

frutta con pesticidi statistiche
frutta al mercato – Pixabay – OrizzontEnergia.it

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Sulle nostre tavole non può mancare mai la frutta e la verdura, alleati del nostro benessere. Sappiamo bene come questi alimenti siano ricchi di vitamine e di tutto ciò che occorre per la crescita dei piccoli, oltre che per favorire l’organismo a stare bene. Ognuno ha poi le sue precise caratteristiche, ci sono frutti calorici, zuccherini e quelli adatti per chi segue uno stile di vita sano.

Tutto molto bello se non fosse per le notizie che provengono da ogni parte d’Italia e che ci mette in faccia una verità sconcertante circa l’uso dei pesticidi. Questi sono una vera e propria minaccia per la nostra salute ed i rischi di pregiudicarla è molto concreta, forse troppo. E le ultime notizie sono veramente cupe.

Frutta e verdura con pesticidi: un triste record italiano

Frutta pesticidi Italia
mele rosse succose – Pixabay – OrizzontEnergia.it

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Legambiente ha fatto alcune ricerche allo scopo di fare luce sul punto e quello che è emerso non è certamente incoraggiante: il 44% di frutta e verdura che si consuma in Italia presenta pesticidi, un aumento allarmante rispetto allo scorso anno la cui percentuale si aggirava intorno al 36%. Questo significa che solo il 55% della merce testata – pari a 4.313 unità – non presenta queste sostanze chimiche. Il restante 1% è occupato dai campioni ritenuti illegali perché la quantità di sostanze andava oltre i limiti consentiti.

Tra la frutta maggiormente contaminata viene da segnalare l’uva da tavola (88,3%), le pere (91,6%) e i peperoni (60,6%) percentuali assolutamente catastrofiche. Un elemento da considerare è altresì il fatto che vengano ancora impiegate sostanze revocate dal mercato dal 2020: ci si riferisce al Thiacloprid e l’Imidacloprid.

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Insomma, da questo si evince come debba esserci un massiccio impegno per fare in modo che tutto venga eseguito con maggiore naturalezza ed alla luce del sole.  Oltre che adeguarci alla richiesta formulata dall’Unione europea nonché l’obiettivo di raggiungere un taglio dell’uso del 62% di queste sostanze entro il 2030.