Ghiacciaio Thwaites in Antartide, timore per l’aumento dei mari

Un nuovo studio effettuato sotto il ghiacciaio Thwaites in Antartide ha evidenziato il rischio dell’aumento dei mari

pericolo scioglimento ghiacciaio Thwaites
Antartide – Pixabay – OrizzontEnergia.it

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A causa dell’aumento del livello del mare su scala globale provocato dal progressivo scioglimento dei ghiacci polari dovuto al riscaldamento globale, gli esperti stanno concentrando i loro sforzi nello studio di ciò che accade sotto le piattaforme glaciali per poter comprendere il loro sviluppo e adottare eventuali misure preventive o di mitigazione.

Due articoli pubblicati questa settimana sulla rivista Nature hanno presentato i risultati di una missione. Uno studio volto a comprendere i cambiamenti in corso sotto il ghiacciaio Thwaites, che rappresenta un’importante e instabile formazione antartica grande quanto il Regno Unito. Gli studiosi hanno sottolineato come la scomparsa di questa massa di ghiaccio avrebbe conseguenze significative per le comunità costiere in Europa e in tutto il mondo.

Thwaites un pericolo per l’aumento dei mari

dove si trova ghiacciaio Thwaites
Ghiacciaio – Pixabay – OrizzontEnergia.it

Il Thwaites, che fluisce nel Mare di Amundsen ed è così denominato in onore del geologo glaciale Fredrik Turville Thwaites, è uno dei ghiacciai in più instabili e in rapida evoluzione dell’Antartide occidentale. Questo perché si trova in gran parte al di sotto del livello del mare, il che rende tale sistema particolarmente suscettibile alla perdita di ghiaccio, che potrebbe innalzare il livello globale del mare di oltre mezzo metro nei prossimi secoli. Secondo le stime dei ricercatori, il suo completo collasso contribuirebbe per 65 cm all’innalzamento, motivo per cui comprendere come ghiaccio e oceano interagiscano in questa regione critica è imperativo.

Il ghiacciaio Thwaites, situato in Antartide, è fortemente influenzato dal riscaldamento degli oceani. I nuovi dati sono stati raccolti nel corso del progetto MELT dell’International Thwaites Glacier Collaboration. Ovvero una delle più estese missioni internazionali mai condotte in Antartide. E si tratta dell’ottimo risultato della collaborazione tra il Regno Unito e gli Stati Uniti. L’impiego del robot Icefin ha permesso di acquisire tali informazioni.

Il rilevamento

I rilevamenti sono stati effettuati tramite un foro che ha raggiunto i 600 metri di profondità. Un buco situato a circa due chilometri di distanza dalla linea di terra. Tale foro, creato attraverso una perforazione di acqua calda alla fine del 2019, è stato utilizzato per effettuare le misurazioni. I dati ottenuti sono stati poi confrontati con quelle del tasso di fusione registrate in altri cinque siti sotto la piattaforma di ghiaccio.

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L’analisi dei dati ha evidenziato che, in un arco di nove mesi, l’oceano vicino alla linea di terra si è riscaldato e salinizzato.  Nonostante la velocità di scioglimento del ghiaccio (in media 2-5 metri l’anno) è stata più lenta rispetto alle stime di molti modelli informatici attuali. Nonostante ciò, la perdita di ghiaccio ha causato “una topografia simile a una scala sul fondo della piattaforma”, come affermato dagli autori dello studio. In queste zone, così come nelle crepe del ghiaccio, si sta verificando un veloce scioglimento.

Il pensiero degli studiosi

Gli esperti sostengono che anche questo schema di dissoluzione presenta il potenziale per determinare il futuro del ghiacciaio. “I nostri risultati sono stati inaspettati, tuttavia il ghiacciaio continua a essere in pericolo“. A dichiararlo il dottor Peter Davis, oceanografo del British Antarctic Survey (BAS) e primo autore di uno dei rapporti.

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Se una piattaforma di ghiaccio e un ghiacciaio sono in equilibrio, la quantità di ghiaccio che si scioglie e si stacca dal continente corrisponde alla quantità di ghiaccio persa a causa dello scioglimento e del distacco degli iceberg. Ciò che abbiamo scoperto è che, nonostante una perdita limitata di ghiaccio, il ghiacciaio sta ancora rapidamente ritirandosi, quindi, sembra che non ci voglia molto per sbilanciare il ghiacciaio“.