Hai in casa “oro”, è nei tuoi rubinetti: basta sottovalutare la carenza idrica che vive l’Italia

E’ un vero e proprio oro, ma nessuno se lo immagina e lo dà per scontato. Eppure l’acqua è un bene prezioso anche in Italia
perché acqua è importante in italia
Rubinetto – Pixabay – OrizzontEnergia.it

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Per almeno tre milioni e mezzo di cittadini italiani, l’erogazione di acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata, e la situazione legata alla siccità è ancora lontana dall’essere risolta. Ci troviamo ad affrontare una crisi drammatica, e i dati del report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche rivelano che una percentuale che varia dal 6% al 15% della popolazione italiana vive in territori esposti a una siccità ormai grave o estrema. La situazione è in continuo peggioramento, e disegna un quadro preoccupante del Paese in difficoltà idrica.

Le cause di questa situazione sono molteplici, ma tra le principali vi è l’assenza di pioggia che, a partire dal mese di febbraio, sta colpendo anche le zone tirreniche dell’Italia centrale e del resto del Paese, evidenziando un quadro sempre più critico.

Come stanno le montagne in Italia

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Rubinetto – Pixabay – OrizzontEnergia.it

Le temperature eccezionalmente miti del mese di febbraio stanno provocando un ulteriore assottigliamento del già esiguo manto nevoso delle regioni alpine. Secondo l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, il valore disponibile di SWE (Snow Water Equivalent) su tutto il bacino padano è di soli 1.800 milioni di metri cubi (Mmc). Secondo il C.N.R., il quantitativo di neve caduta sulle Alpi da inizio anno è inferiore alla media degli ultimi dieci anni.

In Valle d’Aosta, il manto nevoso sta diminuendo in tutta la regione: anche su Le Grandes Murailles in due settimane è sceso da 144 a 128 centimetri; sulla fascia occidentale, dove si sono registrate le nevicate più abbondanti, la copertura nevosa è mediamente di 52 centimetri. Ciò sta determinando una portata della Dora Baltea ancora considerevole, seppure con tendenza al calo: 28,10 metri cubi al secondo. In Piemonte, quasi tutti i fiumi stanno diminuendo, aumentando il divario rispetto ai livelli di portata degli anni precedenti (Sesia -74%, Stura di Demonte -52%, Stura di Lanzo -34%, Toce -46%). Solo per il Pesio e per il Tanaro si osserva una lieve ripresa, ma la portata rimane comunque inferiore al 2022 e inferiore del 77,5% rispetto alla media.

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In Lombardia, il manto nevoso, sebbene superiore a quello dello scorso anno, corrisponde solo al 59% della media storica; le riserve idriche sono più che dimezzate (-52,7% rispetto alla media del periodo) e ormai ai livelli di un anno fa. Allarmante è la situazione del fiume Adda, la cui portata continua a calare costantemente da mesi ed è attualmente (58 mc/s) nettamente inferiore a quella dei recenti anni più secchi (2022: 74 mc/s; 2017: 83 mc/s). Anche i livelli di Serio ed Oglio sono ai minimi storici (-15 centimetri rispetto all’anno scorso e ben 1 metro e 14 centimetri rispetto al 2021).

In Friuli Venezia Giulia, la maggior quantità di neve si trova sulle Alpi Carniche (in media 52 cm), mentre sulle Alpi Giulie la media è di quasi 48 centimetri e sulle Prealpi Carniche di 42 cm (fonte: ARPA FVG). Attualmente il livello idrometrico del Tagliamento è inferiore al 2022, così come quello della Cellina che è inferiore di 12 centimetri rispetto all’anno scorso (fonte: Protezione Civile regionale). In Veneto, la portata del fiume Piave è in aumento, mentre Livenza, Adige e Bacchiglione rimangono ai minimi degli ultimi anni.

Fiumi e laghi non stanno meglio

La situazione dei grandi invasi settentrionali, tra cui il Lago di Garda, continua a rimanere stazionaria con una crisi idrica che peggiora ogni anno. Nonostante la portata erogata sia stata ridotta al minimo di sempre (mc/s 9), sufficiente solo per garantire il deflusso vitale per il fiume Mincio, il livello del bacino rimane al di sotto dei 45 centimetri, oltre mezzo metro più basso della norma.  Il Lago Maggiore è al 38% di riempimento, il Lario al 18,8% ed il Sebino al 15%, con il suo afflusso da monte che registra la portata minima storica (mc/s 14,6).

La condizione del fiume Po è drammatica, con portate al di sotto del minimo storico lungo tutta l’asta e ovviamente inferiori al 2022, come a Piacenza (-23,53%). Nelle sezioni più a monte, lo scarto con la media è del -73%, con una portata di soli mc/s 15,7 a Torino, quando normalmente in questo periodo sarebbe di mc/s 60,2. A Pontelagoscuro, si sta ormai avvicinando al limite minimo di portata per contrastare l’avanzamento del cuneo salino.

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In Emilia Romagna, i fiumi appenninici, in particolare quelli della Romagna meridionale, godono di migliore salute (il Savio è sopra la media ed il Reno cresce), grazie ad apporti pluviometrici ben più consistenti rispetto al resto del bacino. Come di consueto, l’andamento dei fiumi in Toscana è contrastante: la portata dell’Arno è in ripresa, ma cala quella sia dell’Ombrone che della Sieve, mentre il Serchio sta diventando sempre più secco, con una portata di soli 15,40 metri cubi al secondo in alveo, segnando una performance più negativa rispetto al Febbraio 2022 e un grave deficit rispetto alla media storica (mc/s 72,94).

Anche sui massicci marchigiani sta diminuendo la copertura nevosa a causa della scarsità di precipitazioni e delle temperature miti: sul Monte Carpegna restano 67 centimetri di neve, sul Monte Acuto solo 21 cm e a Monte Prata (sui Sibillini) si registrano 47 centimetri. Le portate dei fiumi Potenza, Esino e Sentino stanno calando, mentre buona è la performance del Tronto ed i volumi d’acqua nei bacini artificiali stanno aumentando. Nel centro Italia, la decrescita di livello del fiume Tevere è costante, dalla foce all’Umbria. La portata dell’Aniene è meno della metà della media storica, e anche i fiumi Sacco e Liri sono in calo.