L’agricoltura bio si adatta al cambiamento climatico

L’agricoltura bio si sta adattando al cambiamento climatico. Scopriamo insieme tutti i dettagli su cosa sta succedendo.

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Agricoltura biologica – Pexels – orizzontenergia.it

Il clima e il meteo sono fattori noti per influenzare le rese agricole. Sabbiamo bene come il cambiamento climatico stia peggiorando le condizioni del nostro pianeta ogni giorno di più.

Problemi come alluvioni e siccità stanno avvenendo all’ordine del giorno causando seri problemi all’agricoltura. Un esempio è la recente e tragica alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna distruggendo non sono le città ma una serie di aziende agricole che non potevano reggere così tanta quantità d’acqua.

Ma come rispondono l’agricoltura biologica e quella convenzionale di fronte ai cambiamenti climatici e alle condizioni meteorologiche locali? Di recente uno studio condotto negli Stati Uniti per 40 anni sembra aver trovato una risposta a questa domanda.

Lo studio sull’adattamento dell’agricoltura biologica al cambiamento climatico

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Potatura bio – Pexels – orizzontenergia.it

L’agricoltura biologica si dimostra più resiliente rispetto a quella convenzionale, è ormai un dato di fatto. A concludere ciò è stato il Rodale Institute di Kutztown, in Pennsylvania, con un progetto di ricerca chiamato “Farming System Trial” iniziato nel 1981.

In 40 anni lo studio ha preso in esame circa 5 ettari di terreno coltivato con mais e soia, mettendo a confronto tre diversi metodi di coltivazione: uno biologico che sfrutta una rotazione di leguminose sia per la fertilizzazione che per la difesa da infestanti, uno convenzionale che utilizza dei fertilizzanti e pesticidi sintetici, e un altro biologico che utilizza del letame da allevamento come concime.

I risultati di questo studio, pubblicati nel dicembre 2022, hanno rivelato che le rese dell’agricoltura biologica sono state uguali o addirittura superiori a quelle dell’agricoltura convenzionale. Inoltre, in situazioni di clima estremo – come forte siccità – , le colture biologiche hanno registrato un aumento del 30% rispetto a quelle convenzionali.

Inoltre, il suolo coltivato in modo biologico ha mostrato una minore compattazione, una maggiore biodiversità e una biomassa microbica più sviluppata. L’infiltrazione dell’acqua nel terreno è stata di più, evitando così che si accumulino tossine nei corsi d’acqua come torrenti e fiumi. Da non trascurare, i costi operativi dell’agricoltura biologica sono stati inferiori rispetto a quelli dell’agricoltura convenzionale.

A partire dei ricercatori, queste differenze sono in gran parte attribuibili alla salute del suolo. Un terreno sano significa prevenire l’erosione, avere un microbioma ricco che protegge le colture dalle infestanti e una maggiore capacità di assorbire e trattenere l’acqua, riducendo così i danni causati dalle inondazioni e aumentando la resistenza durante periodi di siccità.

Conclusioni dello studio

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Lombrico per agricoltura biologica – pexels – orizzontenergia.it

L’agricoltura biologica si sta dimostrando una soluzione resiliente e sostenibile di fronte ai cambiamenti climatici. Il suo approccio basato sulla salute del suolo e sull’utilizzo di pratiche colturali sostenibili può contribuire a mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico sull’agricoltura. Un’altra idea innovativa e probabilmente funzionante è anche l’agricoltura marina, un tipo di agricoltura che potrebbe aiutare nella lotta contro le emissioni.

Investire e promuovere l’agricoltura biologica potrebbe essere una strategia chiave per ridurre le perdite economiche degli agricoltori e garantire la sicurezza alimentare in un futuro sempre più incerto dal punto di vista climatico.

Lo studio condotto dal Rodale Institute conferma la resilienza dell’agricoltura biologica di fronte al cambiamento climatico. I risultati dimostrano che l’agricoltura biologica può produrre rese superiori all’agricoltura convenzionale, mantenendo al contempo la salute del suolo, la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi. Promuovere l’agricoltura bio potrebbe essere una strategia efficace per affrontare i rischi associati al cambiamento climatico e garantire la sostenibilità del settore agricolo a lungo termine.

Questo risultato dovrebbe far riflettere non solo in Italia ma anche in altri Paesi. Nel settembre dello scorso anno, Coldiretti ha pubblicato le proprie analisi sui dati dell’osservatorio Copernicus, rivelando che solo nel 2022, 310 eventi meteorologici estremi hanno causato agli agricoltori italiani una perdita di 6 miliardi di euro, corrispondenti al 10% della produzione agricola nazionale.