Agricoltura sostenibile: la rivoluzione parte dai campi. Finalmente una bella notizia

Agricoltura sostenibile: da oggi può cambiare davvero tutto. Il progetto tutto italiano indica la strada verso la svolta

agricoltura bio acqua reflue
agricoltura bio (Foto di Red Zeppelin da Pexels)

Nell’epoca dei cambiamenti climatici e della sostenibilità ambientale, virare quanto più è possibile sull’agricoltura sostenibile è l’imperativo che ci si deve porre per cambiare veramente le cose non solo a livello agricolo ma ambientale.

Certo la transizione non è facile benché urgente. Il settore è tra i principali ambiti in cui si verificano emissioni nocive da eliminare quanto prima e nello stesso tempo anche per l’eccessivo spreco di acqua.

Oggi però c’è un buon passo avanti che può essere fatto. I campi si apprestano ad accogliere una vera rivoluzione. Si tratta di un sistema innovativo che punta a ridurre gli sprechi di acqua andando ad agire sulle acque reflue. È sviluppato da Hera in collaborazione con Enea, Università di Bologna e Irritec. Vediamo di cosa si tratta.

Agricoltura sostenibile: il progetto contro lo spreco e la siccità

Irrigazione agricoltura sostenibile
Irrigazione (Foto di WikimediaImages da Pixabay )

Hera ha un gran bel progetto contro la siccità ed il risparmio idrico. Si tratta di un prototipo molto avanzato che punta a rivoluzionare l’irrigazione dei campi. Grazie al sistema proposto, infatti, le acque reflue vengono depurare per essere utilizzate per irrigare e fertilizzare i campi andando a diminuire il consumo di acqua e nello stesso tempo riducendo sensibilmente il consumo di concimi chimici.

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Questo prototipo è stato testato sui campi di Cesana ottenendo ottimi risultati ed è stato presentato nell’ambito del progetto Value CE-IN, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sviluppo e Coesione in relazione alla Giornata Mondiale dell’Acqua che, come ogni anno, si celebra proprio oggi 22 marzo.

Con il progetto di Hera non solo si diminuirebbe il consumo di acqua e si andrebbe verso un abbattimento dei concimi, ma si risolverebbe anche il problema della siccità che sta affliggendo negli ultimi anni il nostro Paese mettendo a rischio circa un terzo delle coltivazioni tricolori.

I danni sono stati e si preannunciano disastrosi, non solo in termini di quantità ma anche e soprattutto di qualità. Ecco perché il progetto punta ad allargarsi su scala nazionale tramite accordi tra istituzioni ed aziende.

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“Il depuratore di Cesena rappresenta un esempio concreto di economia circolare nell’ambito del ciclo idrico, sia in termini di una tangibile e sicura possibilità di riutilizzare le acque reflue depurate per scopi agricoli, sia per la valorizzazione e il recupero di prodotti secondari dai fanghi di depurazione”, ha precisato Susanna Zucchelli, Direttore Acqua del Gruppo Hera, nel corso della presentazione del progetto.

I risultati dimostrano che l’applicazione del sistema è ripetibile e attuabile a tutti gli impianti di depurazione mettendo davvero in pratica non solo un sistema vero e proprio di riuso ma anche di filiera corta e sostenibile.