Olio d’oliva andato a male: come riconoscerlo ed evitare di provocarti dei danni

Sapevi che anche l’olio d’oliva può esser andato a male? Se ti stai chiedendo come fare a riconoscerlo, ti spieghiamo tutti i dettagli che è meglio sapere.

Olio bottiglia scaduto
Olio imbottigliato (fonte Pixabay)

Non capita di pensarci quasi mai ma, anche l’olio d’oliva può esser andato a male. Riconoscerlo è fondamentale per salvaguardare la nostra salute ma, quali sono i dettagli che è meglio sapere per evitare il peggio? Scopriamoli insieme e capiamo come poter evitare di sprecare questo alimento.

Potremmo definirlo uno di quei prodotti che per i consumatori è immortale. Infatti, sono in tanti a pensare che prodotti come pasta, farina e olio, non abbiano una scadenza. Questo accade principalmente per due motivi: vengono consumati con assoluta frequenza e quindi ricomprati e, inoltre, hanno davvero una lunga conservazione ma non infinita.

In linea generale, per quanto riguarda l’olio, questo dovrebbe esser consumato entro e non oltre i 18 mesi dall’acquisto o imbottigliamento. Molto dipende anche dal modo in cui viene conservato (es. se in plastica o alluminio) ma esistono alcuni dettagli per riconoscerne la qualità. Eccoli di seguito.

Olio d’oliva andato a male: i dettagli da sapere

Colore olio oliva buono
Ciotola di olio (fonte Pixabay)

Come abbiamo appena sottolineato, esiste un tempo massimo entro cui sarebbe opportuno consumare l’estratto di olive. Se questo tempo è appena scaduto ma non sai se poter ancora utilizzare il prodotto o meno, ecco tutti i dettagli sa sapere per riconoscere il suo status:

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  • Colore: il primo indicatore facile da riconoscere è proprio il colore. Se il prodotto, esposto alla luce del sole, appare ancora verde o giallo, può essere utilizzato. Al contrario, se le tonalità si avvicinano al rossastro o all’ambrato, è assolutamente sconsigliato usarlo in cucina.
  • Odore: il frutto delle olive ha un profumo intenso e riconoscibilissimo. Una volta aperta la bottiglia, se il prodotto non presenta un buon odore, il consiglio è quello di non mangiarlo. Annusandolo o assaggiandone qualche goccia, questo avrà un sapore acido. Significa che è andato a male.

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In casi come quelli citati, non bisogna però buttare via il prodotto. Ritenuto quasi sacro nella cucina mediterranea, sarebbe uno spreco senza precedenti se gettato via. Le alternative per utilizzarlo ancora sono, ad esempio, la creazione di saponi fai da te oppure lavori in casa oleando mobili cingolanti. Così facendo, riuscirete a riutilizzarlo. Basterà solo evitarlo in cucina.