Fare pipì in piscina, l’acqua si tinge di rosso: è questa la verità

Nei nostri pomeriggi in piscina potremmo vedere l’acqua diventare rossa se non riusciremo a trattenere la pipì

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Bimbo che si diverte in piscina (Foto di Pexels-Pixabay)

Le piscine sono luoghi molto affollati non solo nel periodo estivo ma anche quello invernale. Sono tutte dotate, infatti, di copertura e riscaldamento in modo che, nonostante il freddo, le attività in acqua possano continuare.

E, come ogni volta che decidiamo di partecipare a un corso, o, semplicemente, di nuotare in una piscina pubblica, le raccomandazioni si moltiplicano. In particolare quando sono i bambini ad entrare. Le regole da seguire sono poche e semplici, è sufficiente fare un poco di attenzione.

Le poche regole da seguire quando si frequentano le piscine pubbliche

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Piscina (-Foto di cengeron-Pixabay)

La piscina deve, innanzitutto, essere un luogo igienicamente sicuro, in grado di tutelare la salute e la sicurezza dei bagnanti. In caso contrario virus, batteri e protozoi, che in acqua trovano un habitat ideale, possono diventare dei veri e propri rischi microbiologici.

Ad aumentare la sicurezza, contribuiscono le operazioni di pulizia delle vasche e  delle superfici intorno ad esse. Le strutture hanno l’obbligo di rispettare la buona qualità dell’acqua di balneazione secondo i parametri fisici e chimici  imposti dalla legge.

Inoltre, si rendono necessari controlli adeguati sugli impianti di filtrazione che vanno controllati periodicamente. Così come vanno garantiti i parametri di dosaggio dei prodotti chimici che si immettono nell’acqua attraverso un’apposita centralina.

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Nonostante le dovute precauzioni, può capitare che, se, innavertitamente, ingeriamo un pò di acqua della piscina, potremmo incorrere in una fastidiosa infiammazione gastro intestinale causata da un parassita resistente al cloro.

La leggenda secondo la quale se si fa pipì in acqua , questa deiventa rossa, è una storia raccontata dagli istruttori ai bambini per evitare che ciò avvenga. Del resto, complice la temperatura o l’agitazione, può capitare che un bambino fatichi a trattenersi.

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Però, secondo uno studio dell’Università di Pechino, sembra che l’azoto contenuto nella pipì reagirebbe con il cloro, liberando cloruro di cianogeno, un gas tossico utilizzato anche nella produzione dei gas nervini.

Non è, comunque, il caso di allarmarsi. Nei test condotti in laboratorio, i ricercatori hanno infatti rilevato una concentrazione notevolmente inferiore a quella stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come limite massimo per l’acqua potabile.