Cop27, arrestati 70 attivisti: il motivo delle rivolte

La Cop27 sta per iniziare e già si contano numerose rivolte, a Sharm El-Sheikh, in Egitto, sono stati arrestati 70 attivisti.

arresti Cop27 Egitto
Protestanti in Egitto (Canva)

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Sta per iniziare la 27a sessione della Cop, ovvero la Conferenza delle Parti, per fare un quadro generale sui cambiamenti climatici. Questa si svolgerà in Egitto, a Sharm El-Sheikh, dal 7 al 18 novembre. Neanche è iniziata la riunione delle nazioni che già si contano numerosi arresti. Le forze dell’ordine, infatti, hanno arrestato 70 attivisti, e con motivazioni poco credibili.

Le motivazioni per cui queste persone sono finite in carcere sono inspiegabili. Ad esempio, l’attivista Ajit Rajagopal ha deciso di partire da Il Cairo e di arrivare fino a Sharml El-Sheikh, facendo il percorso a piedi, in modo tale da sensibilizzare le persone sui cambiamenti climatici. Eppure, è finito in manette, insieme al suo avvocato Makarios Lahzy, che ha tentato di difenderlo.

Rivolte in Egitto in vista della Cop27, la conferenza per il clima

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Insegna della COP27 (foto dal web)

Sharm el Sheikh è piena di agenti in borghese che fermano e perquisiscono i passanti. I servizi segreti sono agguerriti e controllano persino telefonini e profili social per scovare gli ambientalisti e tutti colori che osano esprimere il proprio giudizio sulla Conferenza. Fino ad ora, sono 70 le persone arrestate, tutte con l’accusa di diffusione di fake news per creare panico tra il popolo.

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E pensare che è dal 2015 che il politico Alaa Abd El-Fattah è rinchiuso in galera, con la stessa accusa di diffondere false notizie, specialmente dopo la rivoluzione di piazza Tharir. Recentemente, El-Fattah, in una lunga lettera ha espresso preoccupazione per i cambiamenti climatici in atto. Il Governo egiziano tenta di insabbiare le accuse, intercettando le sue lettere prima che possano uscire dal carcere e diffondersi.

La città di Sharm El-Shiekh, negli ultimi giorni è stata blindata. Proprio in vista della Cop, ha costretto tutti gli alberghi ad alzare in modo vertiginoso i prezzi delle camere, impedendo o comunque scoraggiando le prenotazioni, in modo tale da evitare contestazioni e disordini.

Il Ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, per rassicurare tutti, ha affermato che le proteste potranno esserci, ma soltanto nel perimetro attorno alla struttura che ospita la Conferenza. Nel resto della città, invece, ogni tipo di protesta e ogni raduno sarà punito con il carcere. Insomma, la crisi climatica incombe in tutto il mondo.

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Anche l’Egitto non è esente dai drammatici cambiamenti, tanto che è afflitto dalla siccità e dalla carenza di acqua. Inoltre, è alle prese con un tasso di inquinamento elevatissimo, prodotto dal turismo, uno dei principali settori del Paese. Rendere evidenti gli effetti del turismo aprirebbe gli occhi al popolo, ed è ciò che il Governo non vuole fare, per non generare panico e per non perdere introiti.