L’orto sospeso, aiuta chi non riesce (economicamente) ad acquistare frutta e verdura

I coltivatori degli orti sociali e degli appezzamenti comunali mettono a disposizione i prodotti in esubero per chi non ha la possibilità di comprarne. Vediamo dove.

Orto sospeso carote
Carote – foto da pixabay

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L’iniziativa consiste nel lasciare in “sospeso” per chi ha necessità i prodotti coltivati della terra. Verdure, ortaggi e frutta a km zero sono stati messi a disposizione dei più fragili della società, coloro che non riescono a provvedere da soli al proprio fabbisogno alimentare per mancanze economiche.
Il prodigio avviene in nord Italia, in uno spazio ben preciso dove coltivatori di orti sociali e urbani lasciano il bottino biologico su diverse panchine. Facciamo il punto.

Orto sospeso: le nuove frontiere della civiltà prendono piede

Orto sospeso Vicenza
Vicenza – foto da pixabay

E’ il presidente di Anteas, associazioni orti urbani, Elio Veronese, a parlarci dell’iniziativa lanciata a settembre. Quella dell’orto sospeso è una pratica che si è diffusa recentemente a Vicenza, in nord-Italia, dove gli orti urbani raggiungono il numero di 134. L’amministrazione comunale ha lasciato che alcuni privati sfruttassero lotti di terra per alimentare la produzione di verdura a km zero.

In prossimità della ferrovia vicentina c’è una panchina dove vengono lasciati i prodotti in esubero di modo che i cittadini più bisognosi, che attraversano momenti di difficoltà, possano portare a casa delle verdure fresche e gratuite. L’iniziativa sta raccogliendo un successo notevole. In tutto il territorio vicentino sono circa 134 gli orti.

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24 lotti coltivati si trovano in via Fratelli Bandiera, 20 in via Adige, 18 in via Valletta del Silenzio, 72 in via Beroaldi. Dalla terra al frigorifero, questa è l’idea dietro gli orti urbani. Ogni appezzamento ha deputato un luogo specifico al deposito degli esuberi alimentari. Il successo della pratica si comprova dalla list d’attesa degli orti.

Sono circa 2o le persone in attesa alla ferrovia di Vicenza, racconta Veronesi, e quello dell’orto sospeso è un efficacissimo metodo che mostra sensibilità verso l’umanità e l’ambiente, riducendo di molto le attività di riciclo e gli sprechi di cibo di qualità. Ma come verificare che le persone che usufruiscono dei beni siano effettivamente in situazioni di disagio?

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Semplice, ogni tre anno l’associazione orti urbani richiede la presentazione della domanda da parte dei cittadini per il rinnovo dell’assegnazione. In questo modo si verifica la persistenza, o meno, dei requisiti necessari e questo genera una naturale turnazione fra i bisognosi. In prossimità degli orti si sono creati dei veri e propri capannelli sociali.

Sono soprattutto le persone in pensione e di tarda età ad animare gli spazi adiacenti gli orti. Queste persone hanno potuto rinnovare legami e costruire amicizie per combattere la solitudine. Un caso commovente è quello di un anziano ricoverato che ha potuto contare sul sostegno e la compagnia degli amici dell’orto in quella e altre circostanze. Quello dell’orto sospeso risulta un esempio da seguire in tutta Italia.