Anche le montagne lo fanno, la scoperta è incredibile. Lo conferma uno studio

Un nuovo studio fa luce sull’emissione di anidride carbonica sprigionata dalle catene montuose: anche le montagne incidono sull’ambiente.

anidride carbonica sprigionata dalle catene montuose: anche le montagne incidono sull’ambiente
Anidride carbonica sprigionata dalle catene montuose: anche le montagne incidono sull’ambiente (foto da Pixabay)

Un nuovo studio fa luce sull’emissione di anidride carbonica sprigionata dalle catene montuose: anche le montagne incidono sull’ambiente. La collisione tra i continenti, che hanno generato le più alte catene montuose, secondo un recente studio sembrerebbe produrre gas serra. Si tratta di scambi tra il carbonio presente tra le rocce e la superficie.

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Studi più accurati hanno dimostrato che anche le montagne hanno il loro impatto ambientale. Anche se privi di vulcani, le montagne produrrebbero CO2 in quantità elevatissime, simili a quelle emesse dai vulcani stessi. Si apre, dunque, un nuovo scenario in ambito scientifico e ambientale. Anche se gli scienziati erano già a conoscenza della produzione di anidride carbonica nelle profondità della Terra, questa scoperta apre nuovi orizzonti.

Anidride carbonica che risale dalle montagne: gli studi

I fluidi ricchi di CO2, essendo meno densi, sono capaci di risalire in superficie sfruttando le faglie
I fluidi ricchi di CO2, essendo meno densi, sono capaci di risalire in superficie sfruttando le faglie (foto da Pixabay)

La CO2 si genera nelle profondità della Terra, a circa 30 km di profondità, a causa di reazioni metamorfiche di decarbonatazione. Questa, risale in superficie, attraverso sorgenti calde disposte lungo le faglie terrestri. Gli studiosi ancora non conoscono bene il meccanismo per cui l’anidride carbonica risalga in superficie, per questo motivo si pongono numerose domande ancora senza risposta certa.

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Sono curiosi i dati forniti in un recente studio, pubblicato sulla testata Communications Earth and Environment. I responsabili del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, Franco Rolfo e Chiara Groppo, insieme all’Università di Milano-Bicocca, hanno cercato di spiegare la situazione. Perché la CO2 risale in superficie da una profondità di circa 20 o 30 km?

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L’anidride carbonica che risale dalle profondità non incide con le rocce circostanti. Questo perché, tramite il modello termodinamico, oltre i 590° e con una pressione superiore a 7,8 kbar, i fluidi non si mescolano ma si separano. Il fluido quindi si separa in più componenti. Specialmente fluidi ricchi di CO2, essendo meno densi, sono capaci di risalire in superficie sfruttando le faglie. A differenza delle salamoie idro-saline, più pesanti e bagnanti, che risiedono in profondità, impregnando le rocce, la CO2 è maggiormente vaporosa e tende a salire.