Guardaroba: quanto costano davvero i tuoi vestiti? Industria dell’abbigliamento e sostenibilità a confronto

Quanto costano davvero i tuoi vestiti? Fast-fashion messo alla gogna: l’industria dell’abbigliamento ha bisogno di ritmi sostenibili.

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Indumenti (Foto di Pexels da Pixabay)

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L’industria dell’abbigliamento persegue gli obiettivi imposti dalla Commisione europa per la sostenibilità? I target climatici da raggiungere entro il 2030 hanno bisogno di cooperazione e concertazione di intenti da parte di tutte le filiere produttive.

Cerchiamo di fare il punto della situazione mettendo l’accento su quanto acquistiamo in relazione ai nostri effettivi bisogni.

Quanto costano i tuoi vestiti? Bisogni e necessità nell’era post-industriale

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Boutique (Foto di Pexels da Pixabay)

Hai mai sentito parlare di Fast Fashion? È un fenomeno che si riferisce all’acquisto compulsivo di indumenti di vario genere indotto dal sistema di consumi dell’era contemporanea. La colpa non è la nostra, o meglio, lo è conseguentemente al fenomeno.

Per un guadagno sempre crescente sulla merce immessa nel mercato, c’è bisogno che gli acquirenti si stufino il prima possibile di quanto è stato già comprato. Così le industrie promuovono collezioni infinite di indumenti, spesso a basso costo, per incrementare la compra-vendita.

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Il rovescio della medaglia? Ovviamente lo spreco, l’assenza di circolarità nell’economia produttiva, l’inquinamento ad opera delle emissioni delle industrie. Il trucco sta nel presentare più prodotti a prezzi davvero irrisori che inducono il cliente a pensare di non poterli proprio lasciare in negozio, dato il prezzo stracciato.

Ciò fa sì che si accumulino quantità di indumenti eccessive attraverso un meccanismo che crea nel consumatore un bisogno che in realtà non ha. Un modo per fermare questo meccanismo esiste, ma ha bisogno dell’impegno individuale attivo per avere luogo.

Le buone pratiche da perseguire rientrano nelle sfere del riuso, del riciclaggio e della tutela ambientale. L’obiettivo è quello di far circolare il meno possibile nuove merci per concentrarsi invece sull’utilizzo sapiente di quelle che già si possiedono. E se si ha bisogno di nuovi vestiti?

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Non è di certouna colpa, è necessario anzi seguire le necessità di acquisto con parsimonia e saggezza. Buona norma è quella di portare gli indumenti che non usi più presso mercati dell’usato o donarli in beneficenza per associazioni impegnate per il sociale. In sintesi: se possiedi un paio di jeans non acquistarne altri 5.

Se hai appena comprato una nuova maglietta non comprare altre 4 per via del prezzo stracciato a cui le trovi in negozio. Se proprio non puoi farne a meno assicurati che tutti i tuoi capi vengano immessi in catene di riciclo circolare. Attenzione infine alla provenienza dei capi, prediligi produzioni ecosostenibili.