Il gatto più intelligente: la scienza stila una classifica

Quali sono le caratteristiche del cervello dei gatti? E tra le varie razze, ne esistono di più intelligenti?

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Gatta con cuccioli da Pixabay. sito OrizzontEnergia

Chi ha un gatto sa bene che si tratta di animali scaltri e intelligenti. Pur relazionandosi agli esseri umani in modo diverso dai cani, i gatti dimostrano di essere altrettanto sensibili, emotivi e di ricordare avvenimenti e persone.

L’intelligenza senso-motoria dei gatti è simile a quella dei bambini di circa 2 anni. I nostri felini domestici sono dotati di un’ottima memoria e possono usare i ricordi che hanno per proteggersi in situazioni pericolose. Gli studi fatti su questi animali suggeriscono che sono capaci di sognare.

L’intelligenza dei gatti

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Gatto bianco da Pixabay, sito OrizzontEnergia

Non esiste un test specifico per misurare l’intelligenza di questi piccoli felini, ma sono numerosi gli studi che sono stati condotti su queste creature, così presenti nel nostro quotidiano, per comprendere meglio le caratteristiche della loro intelligenza e il funzionamento del loro cervello.

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Si sa per certo che si tratta di animali curiosi, che vanno alla ricerca di stimoli e che sono fortemente capaci di adattarsi. Esprimono le loro emozioni attraverso determinati atteggiamenti corporei e sono in grado di percepire le nostre emozioni attraverso il tono della voce. 

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Il cervello dei gatti domestici è grande circa 5 cm ed è dotato di pieghe celebrali. Tra le varie razze, quelli più dotati sembrano essere gli Abissini, seguiti da Bengala, Burmese, Cornish Rex, Scottish Fold, Singapura, Siamesi, Angora e Bobtail. 

Ma non esiste un modo unico di misurare l’intelligenza. Esistono certe caratteristiche specifiche e le specie si sono evolute in modo da svilupparle in misura maggiore o minore. Ci sono specie più attive di altre, ad esempio.

Ma ogni gatto, come ogni persona, ha una personalità diversa, per cui non è possibile stilare una classifica vera e propria senza rischiare di cadere in errore. Come riportato da “La Stampa”, la studiosa Samantha Watson, responsabile scientifico della Rspca ha dichiarato a riguardo:

Ogni specie si è evoluta per adattarsi a una nicchia diversa. Un’abilità mentale utile a una specie potrebbe non giovare alla sopravvivenza di un’altra, negli animali. Alcune prove indicano che particolari razze possono avere tendenze ad essere più attive o amichevoli con le persone. Tuttavia, ogni gatto è un individuo unico e vi sono variazioni significative all’interno di queste razze