Inquinamento, è questo il 3° fattore; ne verremo mai a capo?

L’inquinamento è il caposaldo dell’ultimo secolo. Il pianeta sta presentando un conto salatissimo a tutti noi responsabili della crisi. Qual è il terzo fattore più inquinante?

Inquinamento fattore banche
Banca, sede centrale – foto da pixabay – orizzontenergia.it

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La nostra epoca, quella degli anni 2000, si sviluppa all’insegna della crisi climatico-ambientale. Mai come negli ultimi anni, già da prima dello scoppio della pandemia, questo tema è stato al centro del dibattito politico contemporaneo. 

I governi sono stati costretti dall’impellente situazione di emergenza, legata a inquinamento e anomale temperature, ad annoverare come punto principale delle loro agende un piano di ripresa per il 2030. Oggi parliamo del terzo fattore maggiormente responsabile dell’inquinamento.

Inquinamento: fra le cause incriminate esiste un pericoloso 3° fattore

Inquinamento combustibili fossili
Combustibili fossili – foto da pixabay – orizzontenergia.it

Il tema che tratteremo oggi è quello dell’inquinamento e in particolare del ruolo rivestito da alcune istituzioni nell’incrementare le fila di questo fenomeno altamente nocivo per l’ambiente. Ti sei mai chiesto se le banche, e i grandi istituti finanziari in generale, possano in qualche modo contribuire allo sfacelo delle condizioni ambientali?

Banche e istituti finanziari: che ruolo rivestono nella lotta al cambiamento climatico? Partiamo con l’affermare senza esitazioni che il loro è un ruolo indubbiamente determinante. Convertire la nostra finanza in chiave green potrebbe infatti rappresentare una chiave di volta significativa per arrivare il prima possibile come paese alla neutralità carbonica.

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Uno studio condotto da ReCommon assieme a GreenPeace titolato “La finanza fossile”, rintraccia nella finanza italiana il 3° fattore responsabile delle emissioni di CO2 in tutto il paese. Ma come fa una banca ad inquinare? Semplice: finanziando l’acquisto di carburanti fossili da parte di colossi dell’energia.

Secondo il rapporto prima menzionato, nel 2019, ci dicono ReCommon e GreenPeace, le sole attività finanziarie di Unicredit e Intesa San Paolo, in Italia, sono state responsabili dell’80% delle emissioni di C02 causate da istituti finanziari. In proporzione l’inquinamento apportato dalle attività di queste banche è 4 volte superiore a quello causato dalle centrali a carbone italiane.

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Ma non finisce qui: questi finanziamenti inquinerebbero addirittura di più delle attività agricole aventi luogo nella nostra penisola. In questi giorni alcune Ong francesi e internazionali hanno infatti evidenziato il problema dell’inquinamento legato alle aziende finanziarie facendo causa a Bnp Paribas.

La ragione? Bnp Paribas continua ad investire nei combustibili fossili. Questa rappresenta la prima causa al mondo indirizzata ad una banca commerciale. Ma è l’unica banca a perseverare negli investimenti? No, ma è la prima tra i finanziatori Ue nel settore fossile, un primato di cui non andare particolarmente fieri.

La legge a cui si sono appellati gli attivisti è quella francese secondo cui le banche e le società internazionali devono fornire un piano chiaro delle loro iniziative finalizzate a ridurre l’impatto ambientale dei loro investimenti. Bnp Paribas, Intesa SanPaolo, Mediobanca ed Unicredit e altri grandi nomi avevano aderito nel 2021 al NatZero alliance promettendo di impegnarsi a diminuire le proprie emissioni di anidride carbonica. I dati raccontano della lontananza di queste banche dagli obiettivi prefissati.