Onde del mare, lo studio che cambia le carte in tavola: la scoperta esilarante

Da tanto tempo si parla di ricavare energia sfruttando la forza delle onde del mare, ora è possibile farlo col nel Mediterraneo grazie al PEWEC.

In cosa consiste l’energia elettrica derivata dalle onde del mare
In cosa consiste l’energia elettrica derivata dalle onde del mare (foto da Pixabay)

Da tanto tempo si parla di ricavare energia sfruttando la forza delle onde del mare, ora è possibile farlo nel Mediterraneo grazie al PEWEC. L’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie e l’Energia rinnovabile, insieme al Politecnico di Torino, precisano la nuova situazione: è stata messa a punto la versione 2.0 del PEWEC.

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Il PEWEC è un convertitore di onde marine che sfrutta la forza del mar Mediterraneo. Il Mediterraneo si presta benissimo all’operazione perché è un mare piuttosto calmo, con onde mai eccessive ma costanti. Questo nuovo sistema progettato dai tecnici potrà aiutare le zone più isolate d’Italia e che non sono energeticamente autosufficienti.

In cosa consiste l’energia elettrica derivata dalle onde del mare

PEWEC è un convertitore di onde marine che sfrutta la forza del mar
PEWEC, un convertitore di onde marine che sfrutta la forza del mare (foto da Pixabay)

Tutte quelle zone, specialmente le isole, non energeticamente autosufficienti, potranno ricevere fornitura elettrica proprio dalle onde del mare e grazie a questa nuova tecnologia. Niente più centrali elettriche, inquinanti per l’ambiente, ma un nuovo concetto di energia pulita, addirittura più efficace. Si tratta di un galleggiante posizionato in mare aperto, capace di produrre energia elettrica sfruttando le onde.

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Le oscillazioni del mar Mediterraneo, perciò, genereranno una forza che, attraverso il galleggiante, sarà trasformata in energia elettrica. Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio Enea di Modellistica Climatica e Impatti, spiega l’efficacia del nuovo PEWEC. Rispetto alla prima versione, il nuovo PEWEC 2.0 è decisamente superiore. Testate presso la Vasca Navale dell’Università Federico II di Napoli, il galleggiante ha dato ottimi risultati.

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I siti dove saranno istallati questi dispositivi saranno scelti con cura, in base ovviamente ai movimenti del mare. Le coste della Sardegna e quelle della Sicilia si prestano bene, e potrebbero produrre molta energia. Ogni dispositivo sprigionerà circa 525 kW, peserà una tonnellata e avrà dimensioni enormi (15m x 23m x 7,5 m). Per diminuire i costi per la costruzione e l’istallazione dei dispositivi, i ricercatori stanno progettando l’utilizzo di materiali a basso e di pannelli fotovoltaici.